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Parole

La Scheda o il Fucile


X


La filosofia del nazionalismo nero comprende anche un programma di educazione economica destinato alle nostre comunità. Si deve far sí che la nostra gente comprenda che tutte le volte che si tira fuori un dollaro dalla nostra comunità e si spende altrove, noi diventiamo sempre più poveri e le zone in cui spendiamo i nostri soldi sempre più ricche. E poi vien fatto di meravigliarsi perché i quartieri in cui viviamo sono sempre dei ghetti, dei bassifondi. Quando si tratta di noi, di me e di voi, non soltanto perdiamo il denaro che si spende fuori dalla nostra comunità, ma tutti i negozi dei quartieri in cui viviamo sono in mano ai bianchi. Perciò tutto il denaro che spendiamo nei nostri quartieri viene portato via al tramonto dai padroni bianchi dei negozi, portato in altre zone della città. Siamo in una vera e propria trappola.


Dunque, la filosofia economica del nazionalismo nero vuol dire, nelle chiese, nelle organizzazioni civiche e in tutte le associazioni di mutua assistenza, che è arrivato il momento di rendersi conto dell'importanza di controllare l'economia della nostra comunità. Se i negozi sono nostri, se siamo noi a controllare il commercio, se cerchiamo di costituire certe attività industriali, ci metteremo in condizione di creare posti di lavoro per i nostri fratelli. Una volta che si raggiunga il controllo dell'economia delle nostre comunità, non c'è più bisogno di organizzare picchetti, boicottare o pregare qualche mascalzone giù in città perché ci dia da lavorare.


La filosofia sociale del nazionalismo nero vuol dire soltanto che dobbiamo unirci e liberarci dei nostri mali collettivi, come l'alcolismo, l'uso degli stupefacenti e gli altri vizi che distruggono il tessuto morale delle nostre comunità. Dobbiamo migliorare il livello del nostro comportamento collettivo, render bella la nostra società in modo da essere soddisfatti della vita sociale che siamo capaci di stabilire fra noi senza bisogno di andare in giro là dove non ci vogliono.


La diffusione del messaggio del nazionalismo nero non ha come obiettivo di far sí che noi rivalutiamo i bianchi. Li conosciamo fin troppo bene. Il fine del nazionalismo nero è invece di far sí che noi rivalutiamo noi stessi. Non si può cambiare il modo di pensare dei bianchi ed è inutile appellarsi alla coscienza morale dell'America, che è completamente corrotta. L'ha perduta tanto tempo fa: lo Zio Sam non ha coscienza. I bianchi di questo paese non sanno cosa siano i principi morali. Essi non cercano di eliminare un male in quanto tale o in quanto contrario alla legge, ma soltanto quando rappresenta una minaccia per la loro esistenza. Perciò perdete il vostro tempo quando fate appello alla coscienza morale di un uomo corrotto come lo Zio Sam. Se avesse una coscienza, risolverebbe da sé questo problema senza bisogno di nessuna pressione esterna. Perciò non è necessario cambiare il modo di pensare dell'uomo bianco. E' il nostro modo di pensare che dobbiamo cambiare. Non possiamo cambiare il suo atteggiamento nei nostri confronti. Dobbiamo riuscire a considerarci l'uno con l'altro in modo del tutto diverso, vederci con nuovi occhi, arrivare a considerarci fratelli e sorelle. Dobbiamo unirci con entusiasmo, armoniosamente, per poter risolvere da noi il nostro problema. Ma come possiamo far questo? Come potremo evitare l'invidia e le gelosie, i sospetti e le divisioni esistenti nella comunità? Ve lo dirò io come.


Ho osservato con attenzione come fa Billy Graham quando arriva in una città a predicare quello che lui chiama il verbo di Cristo e che poi non è altro che nazionalismo bianco. Proprio così: Billy Graham è un nazionalista bianco e io sono un nazionalista nero. Ma siccome è naturale che i leader siano invidiosi e guardino a un personaggio potente come Graham con sospetto e gelosia, come fa lui a venire in città e ad assicurarsi la cooperazione di tutti gli altri leader religiosi? Non crediate che perché sono dei leader religiosi non siano soggetti a tutte quelle debolezze che li rendono invidiosi. No, tutti hanno quelle debolezze e non è certo un caso che quando laggiù a Roma i cardinali vogliono fare un papa si rinchiudono ermeticamente in una sala in modo che la gente non senta che litigano, si accapigliano e si azzuffano.

 

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